Michael J. Fox e il ritorno alla vita
Michael J. Fox, chissà se avesse potuto utilizzare la sua macchina del tempo per modificare il futuro e prevenire la malattia del Parkinson, quante volte sarebbe tornato indietro, Michael J. Fox!?…
Così come avrebbe fatto Marty, anche lui avrebbe affrontato mille pericoli per rimettere ogni cosa al suo posto.
A me piace pensare che, se avesse applicato la sua mappa dei talenti, di sicuro non ne avrebbe avuto bisogno. Ma andiamo a vedere la sua struttura più da vicino…
Michael J. Fox, vediamo che ha 9 (l’eremita) in desiderio di vita, è quindi un uomo, che oltre ad avere la necessità di avere momenti di solitudine, è portato alla saggezza e Michael J. Fox è conosciuto e amato anche per quello. Sono famosi i suoi interventi in pubblico e le sue perle di saggezza; tra le tante Fox ha affermato: «Il Parkinson mi ha salvato la vita. Prima vivevo a 100 all’ora e bevevo, ora mi sono avvicinato alla famiglia». (fonte Wikipedia)
Non stupisce che si sia buttato sull’alcool per attenuare il dolore, infatti questa attitudine è tipica dei 9, così come abbiamo già visto per altri personaggi come De Andrè e Emy Winehouse.
Dall’età di 29 anni, dopo aver saputo della sua malattia, si batte a nome di tutti i malati di Parkinson, tanto da creare una sua fondazione e favorire la ricerca sulle cellule staminali nella speranza che un giorno si possa aiutare chi soffre di questa patologia o di altre malattie degenerative. Altro numero espresso in talento, il suo 17 (Le Toille) in memoria genealogica, che lo porta ad essere sempre e comunque, attraverso la sua autenticità, anche su altri versanti, al centro dell’attenzione. Ma vediamo il suo 20, ovvero il desiderio irresistibile, apparentemente soddisfatto nel lavoro: Michael a 15 anni lascia la scuola per poter fare l’attore e poi, una volta famoso, si pente e si diplomerà. Uso il termine “apparentemente” con cognizione, visto che proprio mentre sta girando un film, Michael scopre di essere malato e avverte i primi tremolii alle mani. Così, mi sorge spontanea la domanda: “E se, nel fare l’attore, anziché essere nel suo desiderio irresistibile, stesse semplicemente assecondando dei modelli familiari cercando il loro riconoscimento?” La mamma, infatti, era un’attrice… Forse, la risposta è nel 5 in Personalità Profonda che, in conflitto, richiede il riconoscimento di tutti, in primis di una figura paterna assente, il padre era colonnello dell’aviazione e quindi, spesso, fuori per lavoro e la famiglia era costretta a trasferirsi con lui.
Chissà, magari ad un certo punto della sua vita, ha smesso di fare il “pazzo” (22 in Pronto soccorso) prendendosi troppo sul serio e non ha più seguito i suoi istinti (7 il carro) per stare bene in equilibrio. E questa tesi è avvalorata dal fatto che Michael ritiene la sua malattia come una “benedizione”, perché gli ha fatto capire che oltre il lavoro c’è anche e specialmente la famiglia e delle altre realtà che danno qualità alla sua vita oggi.
Se avesse ascoltato il suo amico Doc quando diceva: “Il vostro futuro non è scritto, il futuro di nessuno è scritto, il futuro è come ve lo creerete voi perciò createvelo buono!” …
Tiziana Cuccu
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