Essere ed Ego
Uno sguardo generale a quello che è l’ego, al perché nuoce alla nostra esistenza e a come possiamo lavorarci.
Quando nasciamo, arriva una scheggia di coscienza, siamo immersi nell’Uno e quindi nel Divino. Cresciamo e iniziamo a costruirci un’identità, per la quale i genitori per primi contribuiranno al nostro modo di essere. L’identità che ci costruiamo corrisponde al nostro Ego, che man mano prende potere e ci fa credere di essere lui. Ci fa costruire una scala di valori, dove ci collocheremo in base all’importanza che crediamo di avere.
Così iniziamo a giudicare:
- Questo è giusto;
- Questo è sbagliato;
- Questo è meglio;
- Quello è peggio…
Iniziamo ad etichettare tutto, perdendo così il nostro senso di Unione con tutto il resto. Il giudizio è separazione e quindi dualità, non possiamo mai essere felici se insieme a qualcosa che ci piace ce n’è sempre un’ altra che non ci piace! Tutto ciò limita la nostra visione del mondo, vedremo solo la nostra interpretazione della realtà e inoltre saremo in reazione ad essa, a causa dei nostri risentiti e dei programmi delle memorie genealogiche.
Proveremo paura e sofferenza per qualsiasi cosa, proiettandoci così nel futuro o nel presente. Non va meglio per le nostre relazioni che saranno basate su aspettative, e su litigi dove crediamo appropriato dare la colpa all’altro.
Soffermiamoci un attimo su questo punto. Perché è così conveniente dare la colpa all’esterno?
Significa far cambiare l’altro perché lui è nel torto e noi nel giusto?
O rinunciare alla facoltà di poter cambiare qualcosa?
L’ego ovviamene preferirebbe la prima opzione, ma è importante capire che quando diamo la colpa all’esterno ci separiamo ancora una volta da noi stessi.
Ogni volta che sentiamo dolore o una forte emozione che non riusciamo a capire, invece di entrare in quel risentito che fa parte di noi, entriamo in reazione, e allora o attacchiamo o fuggiamo o non agiamo.
Questo è quello che succede ogni volta! Quindi prima di incolpare l’altro, fermiamoci e sentiamo cosa ha mosso quell’evento in noi.
Ricordiamoci che stare nell’azione e nell’emozione ci permette di stare nell’essere, mentre stare nel giudizio ci separa da noi e di conseguenza anche dagli altri; inoltre in questa condizione non ci sentiamo amati, non amiamo ed è impossibile la comprensione. Se desideriamo un cambiamento nella nostra vita, dobbiamo lavorare costantemente, iniziando a vedere non il meglio e il peggio, ma solo quello che c’è.
L’ego ci farà avere paura, paura di perdere quello con cui ci siamo identificati fino a quel momento… ma l’antidoto naturale all’ego è proprio dentro di noi. Per prima cosa riconosciamo il suo incessante chiacchiericcio negativo e smettiamo di dargli sia attenzione che credibilità, ricordiamo di stare di più con le nostre emozioni, facciamo del momento presente il punto focale dell’attenzione, invece di usarlo come un mezzo per un fine.
L’attenzione, che è vigile quiete, è la chiave.
La realizzazione spirituale è vedere chiaramente che ciò che pensiamo, percepiamo, sperimentiamo, sentiamo non è chi siamo veramente, e che non possiamo trovare noi stessi in tutte quelle cose che costantemente muoiono.
Nella certezza che ciò illumini la nostre vite, auguro a tutti noi un buon lavoro!
Lucia De Luca
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