Fin dalla prima pagina di questo sito vieni tempestato da questa definizione: la mappa dei talenti qua, la mappa dei talenti là, la mappa dei talenti su, la mappa dei talenti giù, numeri, numeri, numeri.
È possibile dunque che se non conosci Progetto Horus qualche domanda te la sia già fatta (ma chi so sti pazzi?).
Per questo abbiamo deciso di scrivere questo articolo di presentazione della Mappa dei Talenti.
Essa è fondamentalmente costituita da 11 numeri di base, che rappresentano gli ambiti fondamentali della nostra vita:
- La personalità profonda;
- Il lavoro;
- L’equilibrio;
- Le relazioni amorose;
- Il nido;
- L’ambito sociale;
- La memoria genealogica;
- Il disegno di vita;
- Il conflitto;
- La risposta automatica al conflitto;
- Il pronto soccorso.
Si trovano in essa i nostri bisogni inerenti ciascuna area, tant’è vero che all’inizio Jean Claude Badard, padre della Psicobiogenealogia e maestro di Maurizio, l’aveva chiamata Mappa dei Bisogni.
L’idea di chiamarla Mappa dei Talenti è venuta a Maurizio per il parallelo con la parabola dei talenti evangelica.
Essa è in sintesi l’insieme delle nostre grandi capacità, che dobbiamo assolutamente esprimere praticamente nella nostra vita, se vogliamo essere felici e sani. Essa deriva dalla cabala.
Ovviamente, per ciascuno di noi la mappa (e i numeri in essa presenti) sono differenti.
Essa ha origine infatti dalla propria data di nascita.
E qui subito immagino alcune domande annuvolarsi nella tua mente: ma allora due persone nate nello stesso giorno sono uguali? E come è possibile che le mie capacità possano derivare dalla data di nascita? I numeri presenti nelle caselle indicate (lavoro, sociale ecc.) non sono altro che degli archetipi dell’umanità. Troviamo infatti gli archetipi del padre (imperatore, papa, Sole) e della madre (imperatrice, papessa, Luna), dell’inizio (il bagatto) eccetera.
Gli archetipi sono simboli, e il nostro cervello, per il 96% lavora solo per simboli. Insomma questi simboli archetipici dei numeri li possiamo trovare nel nostro cervello (quel 96% che risponde automaticamente agli eventi che ci capitano) e per di più anche nel DNA, quindi è chiaro che ci possa essere una connessione.
Analizziamo le fobie e le paure:
esse sono scatenate da elementi simbolici che mai potrebbero realmente crearci dei danni. C’è chi, ad esempio, ha paura delle farfalle, razionalmente, nessuno penserebbe realmente che una farfalla possa mettere a repentaglio la sua vita. C’è chi ha paura dei cani perché è stato morso da un cane quando era piccolo, ma quello che ci si trova davanti non è lo stesso cane e nonostante ciò permane la paura di tutti i cani, questo a causa del fatto che nel nostro cervello quel cane è simboleggiato da qualsiasi cane.
O meglio, qualsiasi cane ci richiama l’esperienza conflittuale con quel cane.
Ma è vero anche l’inverso. Anche il cervello dei cani lavora per simboli!
Ho avuto un cane che ogni volta che vedeva un bambino con la sciarpa rossa voleva aggredirlo, è probabile che avesse subito una aggressione da un bambino con una sciarpa rossa (io l’ho adottato già grandicello) e pertanto nel suo cervello “un bambino con la sciarpa rossa” equivaleva ad un pericolo. Ovviamente questo è falso! Anzi quel bambino cresciuto e senza la sciarpa rossa sarebbe potuto essere un vero pericolo per il cane, ma questo non lo avrebbe riconosciuto perché il ragazzo non avrebbe più mostrato quei simboli che erano “entrati” nel suo cervello, al contempo il portatore dei simboli a lui noti non era quello che lo aveva aggredito, essendo passati diversi anni.
Se volessimo continuare a cercare nel mondo animale, è noto ad esempio che alcune tipologie di uccelli si affezionano ad un pezzo di legno, se assomiglia vagamente alla madre, perché nel cervello di quegli uccelli il pezzo di legno colorato rappresenta la madre, la simboleggia, se gli viene avvicinato il pezzo di legno coi colori della madre e nel contempo gli viene dato da mangiare.
Il nostro cervello funziona allo stesso modo, per il 96%. Il restante 4%, ovvero la razionalità, il mentale, serve a interpretare i simboli e a spiegarli razionalmente, esattamente come stiamo facendo ora, manipolando i simboli tramite le parole (che sono dei simboli a loro volta) e i pensieri.
Facciamo un altro esempio.
Quando noi abbiamo un conflitto col padre, o meglio con la figura del padre, qualunque elemento collegabile simbolicamente a questo archetipo, automaticamente ci riporta ad esso.
Ad esempio, poiché il padre rappresenta LA istituzione per eccellenza, tutti i rapporti con le istituzioni saranno dolorose. Col capoufficio, che è quello che mette le regole, così come l’arbitro, l’allenatore, il presidente, etc. (come fa Balotelli, di cui parleremo in uno dei nostri esempi di mappe di personaggi famosi).
I simboli presenti nel nostro cervello sono anche presenti in ciò che si definisce il “Cervello collettivo”. Questo è la somma delle vibrazioni, delle emozioni, dei vissuti di ogni essere vivente in questo momento e vissuto nel passato sulla terra. È come un internet, come l’archivio di un enorme computer che sa tutto di tutti, sin dall’origine dell’Uomo, ma non ha la capacità di interpretare ciò che contiene, e in qualche modo si fa guidare dal suo contenuto: per questo le preghiere funzionano, così come i desideri e le paure. Esso infatti percepisce l’energia che viene profusa nell’espressione di quel desiderio (o paura) e reagisce, ad ogni azione corrisponde una reazione uguale e contraria.
I nostri genitori, la nostra famiglia, il nostro paese, il mondo intero, prima del nostro concepimento, provavano delle emozioni, dei desideri, ma anche delle paure e dei conflitti interiori, che non avevano una risposta, ma si depositavano anch’essi nel grande calderone del cervello collettivo.
L’inconscio collettivo è “stupido”, nel senso che esegue semplicemente i comandi (come un computer), e tuttavia è estremamente preciso, sa esattamente la provenienza della richiesta di soluzione e l’energia profusa in essa. E dà la risposta conseguente, nella gran parte dei casi questa risposta è a livello personale. Alle volte invece la soluzione generata dall’universo è la nascita di un bambino (che già solo con il nascere risolve due problemi, per la specie, per la quale garantisce la continuazione; per la famiglia, per la quale è come se il peso della risoluzione dei conflitti venisse rinviato al nascituro, che dovrà dare una risposta talentuosa oppure “scaricarlo” a sua volta ad una successiva generazione).
Questo è ciò che è successo quando sei nato tu, che tu sia stato desiderato o meno… sei stato da sempre desiderato. E non solo dai tuoi genitori… dal mondo intero tramite l’inconscio collettivo!
Il tuo senso, le tue missioni di vita, ti sono comunicate dalla data di nascita, come scritto prima, l’inconscio collettivo sarà anche “stupido”, ma è estremamente preciso.
Non potendo comunicare razionalmente, con le parole, comunica nel modo che più gli è consono, con i simboli.
Il cervello funziona allo stesso identico modo, tramite simboli.
Questi simboli sono contenuti nella data di nascita, come scoperto già millenni fa dai maestri cabalisti, dagli Egizi e forse addirittura dagli Atlantidei (leggi “”Due occhi color miele”)
E proprio sulla cabala si basa la mappa, contenendo 11 numeri base come le sephirot.
Come anticipato, questi undici numeri rappresentano gli ambiti della nostra vita. Vediamoli nel dettaglio:
- La personalità profonda: essa rappresenta “chi siamo”, ovvero quali sono i nostri stimoli di base, i nostri bisogni fondamentali, come siamo più propensi a comportarci a 360 gradi;
- Il disegno di vita: è il bisogno fondamentale che si attiva ogni secondo. È l’obiettivo a cui tendiamo biologicamente (vedremo più avanti che esiste invece un obiettivo a cui tendiamo spiritualmente). Cioè ogni nostro atto è finalizzato (consciamente e inconsciamente) a realizzare praticamente questo archetipo;
- L’equilibrio: indica quel talento che dobbiamo mettere in pratica per sentirci in equilibrio. E’ collegato al primo chakra, e di conseguenza al piacere, al lavoro, al radicamento nella vita e alla sessualità;
- Il lavoro: indica qual è il nostro principale bisogno a livello lavorativo e specialmente come realizzarlo. Due esempi: il 9 indica una necessità di avere una solitudine nel lavoro, cioè avere uno spazio completamente per sé, il 19 invece indica un bisogno e una capacità di collaborazione, di saper lavorare in team. Ovviamente indichiamo brevemente due bisogni come esempio, in realtà ogni archetipo ha in sé un contenuto molto ampio;
- La relazione amorosa: qui tocchiamo un tasto dolente per molti. È per questo che abbiamo pensato ad una serie di corsi e di incontri appositi. Pensa che questo ambito nutre tutti gli altri… così come il cuore nutre ogni singola cellula del nostro corpo;
- Nido: come deve essere il posto in cui vivo? Ad esempio: posso o meno condividerlo?;
- Il sociale: come sto bene con gli amici, o in tutte quelle situazioni che non sono relazione, nido né lavoro. Non è affatto da sottovalutare. È il modo in cui ci mostriamo al mondo che ci circonda;
- La memoria genealogica: indica ciò che la famiglia non è riuscita a realizzare fino al momento del concepimento, il più grande bisogno di essa, che ci demanda. E’ come uno tsunami: un’onda bassissima ma potentissima, alla quale non possiamo rinunciare a guardare;
- Il conflitto: indica quel qualcosa che per noi (e prima di noi per i nostri genitori) è dolorosissimo. Ad esempio l’essere “eliminati”; l’incapacità di iniziare; oppure ciò che se manca ci fa male, come ad esempio il non sentirsi accettati in un gruppo o in un nucleo familiare;
- Per risolvere il conflitto abbiamo cinque possibili soluzioni: due di esse, di immediato uso, sono presenti nella mappa. Il primo è la risposta conflittuale automatica al conflitto.
Come si evince dall’attributo “conflittuale”, essa non è la migliore delle soluzioni. Tuttavia è uno schema di sopravvivenza che si attiva automaticamente e involontariamente per rimetterci subito in carreggiata. Se non fosse che essa stessa amplifica il nostro conflitto…;
- Per questo abbiamo il pronto soccorso, che, come dice il nome stesso, è una singola azione, da attuarsi immediatamente dopo l’insorgenza del conflitto (quindi appena cominciamo a stare male) come un cerotto, che ci mette subito in soluzione, e abbassa così la tensione dolorosa.
Questi sono gli ambiti “principali”.
Ma abbiamo moltissimi ambiti e sottoambiti altrettanto importanti, come ad esempio la chiave emozionale, la chiave intellettuale, lo strumento, la mappa karmica… Per non parlare delle sequenze emozionali (che spiegheremo in una chiacchierata successiva).
Diciamo che per un primo approccio bastano i primi undici numeri, e si può risolvere circa l’ottanta per cento dei nostri guai.
Io sono arrivato a trovare circa 274 corrispondenze… Ma io sono paranoico…scherzo… il mio talento fondamentale è il 22, o meglio “la carta senza numero”, ovvero “Il Matto”.
Una delle caratteristiche di esso è infatti non avere limiti e poter vedere oltre.
E questo preoccupa il mio team, considerando che non ho intenzione di fermarmi a 274…
Illumina il tuo Cammino
Mau