Numerologia
Perché la numerologia da tempo immemore interessa così tanto gli esseri umani?
Pitagora diceva che “tutto è numero”.
La cabala (e la nostra mappa dei Talenti) si basano su numeri e schemi geometrici. La massoneria moderna prende piede dai costruttori di cattedrali (Massoneria operativa) quindi dai Templari, che facevano arditi calcoli per erigere le proprie opere dedicandole al Divino affinché potessero essere la Sua gradita dimora.
Lo stesso Antonio Gaudì ha progettato e costruito una serie di opere (una per tutte la Sagrada Famiglia) partendo da elementi numerici desunti dalla natura. Perché mai?
Il numero è innanzitutto uno dei primi strumenti di conoscenza del mondo. Potremmo ipotizzare che il “Grande Architetto dell’Universo”, come lo aveva chiamato un filosofo greco, abbia creato il mondo attraverso i numeri.
La Bibbia parla, nella Genesi, della creazione del mondo in 7 giorni, numero che poi viene usato come per indicare i giorni della settimana; si sa che sia biologicamente che psicologicamente l’essere umano ha dei cicli di 7 anni, sono le 7 braccia del candelabro Ebraico (Menorah)…eccetera.
Il computer stesso è basato su l’utilizzo di sequenze di numeri. E il computer delle cellule, il DNA, sembra proprio prendere da equazioni matematiche.
L’uomo primitivo, contando i giorni e le lunazioni e la ripetizione anno dopo anno delle stagioni iniziò a prevedere i raccolti, sulla base dei semi coltivati. Divenne insomma sempre più abile nel controllo del mondo e poteva attuare lo stesso proprio grazie al numero. Qualche tempo dopo, non sappiamo esattamente quando, gli aruspici iniziarono ad abbinare alle quantità numeriche delle qualità. Lo stesso Pitagora riteneva che ciascun numero avesse un’identità e un senso profondo (come i nostri Talenti).
Tutti questi atteggiamenti rispecchiano la primaria volontà di controllo sul mondo a cui abbiamo accennato prima e la interpretazione della esistenza in Natura di Archetipi che oggi ritroviamo anche nel cervello.
Come avrebbero fatto gli Egizi a costruire le piramidi senza calcoli geometrici raffinati rasentanti la perfezione?
Come non citare inoltre i nostri maestri cabalisti, di cui abbiamo parlato nell’articolo sulla cabala?
Si tratta sempre di un tentativo di conoscenza del mondo. Tuttavia, nel Medioevo, è successa una cosa un po’ strana. Sono comparse (o forse ricomparse?) all’improvviso delle carte, con dei numeri e delle figure all’apparenza casuali. Non ne conosciamo gli autori, né gli ideatori. I Tarocchi sembrano prendere da più fonti. Cosa è successo dunque con i tarocchi? Gli archetipi che risiedono nel nostro cervello sono stati legati a numeri specifici, possiamo ipotizzare che ci sia come nella cabala un legame con l’ebraismo, dal momento che gli arcani maggiori dei tarocchi sono ventidue esattamente come le lettere ebraiche, così come le lettere dell’alfabeto ieratico egiziano e le 22 province dell’antico Egitto.
Dunque si è in qualche modo invertito il meccanismo: l’inconscio individuale manda dei messaggi all’Universo circostante tramite gli archetipi numerici, che possono essere interpretati dall’uomo.
Certo, bisogna interpretare i simboli di volta in volta e qui ci viene nuovamente in aiuto l’inconscio collettivo, al quale occorre imparare a connettersi. I numeri sono dei simboli. E la numerologia non fa altro che interpretare questi simboli specifici che sono i numeri e gli archetipi ad essi collegati.
Come accennato nell’articolo sulla Mappa dei Talenti, il cervello parla per simboli, e anche quando cerchiamo di controllarli razionalmente, la spinta dell’inconscio è tale che le parole che usiamo, il modo in cui parliamo, ci vestiamo, camminiamo sono determinati da esso, e si richiamano sempre a quei simboli originari.
Per questo il nostro metodo funziona.
Illumina il tuo cammino
Mau
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